FREE – Bozza della legge di stabilità 2016
BOZZA della legge di stabilità 2016 (versione ancora incompleta in diversi punti).
Per visionare la bozza, clicca qui (.pdf)
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Documenti correlati:
CONSIGLIO DEI MINISTRI – comunicato stampa del 15 ottobre 2015 sulla legge di stabilità 2016, pag. http://www.lexitalia.it/a/2015/64752
Al di là di ogni valutazione di merito sui contenuti di questa L. di Stabilità, per molti versi discutibili, sul piano del semplice metodo mi domando da tempo: quale sarà la “versione giusta” e/o infine pubblicata in G.U. ?
Qual’è stata la versione ufficialmente deliberata in C.D.M.?
Cosa succede, e quali testi si deliberano, nei c.d. “pre-consigli dei ministri” ?
Mi risulta che in ordine a siffatto modus procedendi lo scorso anno l’ADUSBEF (avv. Lannutti) abbia presentato un esposto alla Procura di Roma per falso in atto pubblico.
Il problema da Lei evidenziato, rilevato peraltro in un recente articolo di Renato Brunetta pubblicato ne “Il Giornale”, non riguarda solo la c.d. legge di stabilità, ma buona parte dei provvedimenti (si pensi ad es. a molti decreti legge) che vengono annunciati in conferenza stampa dopo l’adozione da parte del CdM, ma poi sono modificati al momento della loro trasmissione (nel caso dei decreti legge, al Capo dello Stato).
Di guisa che la formale deliberazione del Consiglio dei Ministri si rivela molto spesso come una “foglia di fico” che copre le vergogne di una prassi secondo cui il testo dei provvedimenti viene spesso fortemente manipolato dopo l’adozione della delibera stessa. Un altro esempio del fatto che l’Italia si avvia sempre più alla guida di un solo uomo al comando. Basterebbe all’uopo stabilire che i decreti legge e i disegni di legge approvati dal Consiglio dei Ministri vanno pubblicati contestualmente alla conferenza stampa nel sito internet di Palazzo Chigi. Ma non lo faranno mai.
Al riguardo mi ha molto colpito, nell’ultima conferenza stampa dopo la adozione della legge di stabilità, che Renzi abbia invitato gli imprenditori ad usufruire già a partire dal 15 ottobre della misura che consente un ammortamento dei beni nella misura del 140 per cento, precisando che il disegno di legge prevede tale misura in via retroattiva a partire appunto dal 15 ottobre. Il che mi sembra poco rispettoso del Parlamento che potrebbe anche cassare o comunque modificare tale misura.
Insomma il Parlamento viene sempre più utilizzato come una specie di notaio che deve semplicemente mettere a verbale quanto dichiarato dal Premier. Un ulteriore colpo alla nostra democrazia parlamentare. Come se non bastasse già il ddl Boschi. Non solo la Costituzione formale del nostro Paese, ma anche quella materiale sta cambiando.
Giovanni Virga, 20.10.2015.