Contestata dall’ANAC (dopo 9 mesi) l’immagine del precedente documento
Riportiamo qui di seguito il testo di una nuova email inviata dal portavoce del presidente dell’ANAC, con la quale, a distanza di nove mesi dalla pubblicazione di una precedente email dello stesso portavoce, si afferma che l’immagine che corredava il relativo documento non va bene e va cambiata. Ad essa segue la risposta della redazione della Rivista.
Testo dell’email del portavoce del presidente dell’ANAC.
Roma, 7 novembre 2017.
Oggetto: rimozione logo Anac.
Gentile redazione,
sono pervenute all’Autorità nazionale anticorruzione alcune segnalazioni riguardanti l’improprio utilizzo del logo Anac alla seguente pagina della vostra rivista: http://www.lexitalia.it/a/2017/87742
Non essendovi stata una autorizzazione in tal senso (vieppiù dal momento in cui vi è riportato l’emblema della Repubblica italiana) se ne chiede pertanto una cortese e sollecita rimozione.
In attesa di un riscontro, l’occasione è gradita per porgere cordiali saluti.
Autorità Nazionale Anticorruzione
Paolo Fantauzzi
Portavoce del Presidente
Via Marco Minghetti, 10
00187 Roma
p.fantauzzi@anticorruzione.it
Risposta della redazione della Rivista.
Preg.mo Sig. portavoce del presidente dell’ANAC,
siamo molto perplessi per l’email che ci ha recentemente inviato. Con essa, in sostanza, si chiede di mutare l’immagine che correda il documento dell’11 febbraio 2017 che ha riportato la sua precedente email con la quale si era a sua volta chiesto di mutare il titolo di un precedente documento concernente l’ANAC e si era pure asserito che era addirittura scorretta la immagine a corredo del documento precedente (che riproduceva una fotografia del presidente Cantone).
Le ragioni di tali perplessità sono molteplici:
a) l’immagine di cui si chiede l’eliminazione (che riproduce solo il nome dell’Autorità, ma non il suo logo ufficiale, come meglio si dirà in seguito) è relativa ad un documento pubblicato 9 mesi addietro che è stato letto a suo tempo non solo da migliaia di lettori, ma dalla stessa ANAC, senza che quest’ultima abbia a suo tempo obiettato alcunchè; solo a distanza di nove mesi, prendendo a pretesto non meglio precisate segnalazioni di terzi (sono forse coloro che l’ANAC spinge a fare i delatori con l’elegante parola di “wistleblower”?), ci si accorge che l’immagine pubblicata a suo tempo a corredo del documento non va bene e va immediatamente cambiata; il che sembra, francamente incredibile, dato che l’ANAC, che dovrebbe vigilare su tutto ed in primo luogo sulla sua immagine, ha bisogno della segnalazione di non meglio precisati terzi per accorgersi – dopo 9 mesi – di un asserito abuso dell’immagine; nello stesso modo in cui c’è stato bisogno in passato di una nostra segnalazione per fare apprendere all’ANAC che nella sua intranet da ben tre anni venivano abusivamente riprodotti moltissimi documenti tratti da LexItalia.it senza alcuna autorizzazione; sembrerebbe quindi che siamo in presenza di una Autorità un po’ distratta, che ha bisogno delle segnalazione di terzi o degli stessi interessati per accorgersi di fatti che la riguardano; il che è preoccupante, tenuto conto non solo delle centinaia di funzionari di cui dispone l’ANAC, ma anche dei delicati compiti ad essa assegnati;
b) anche le ragioni addotte per chiedere il cambiamento dell’immagine suscitano forti perplessità, dato che l’immagine in questione è stata riportata non già pretestuosamente, ma a corredo di un documento che riproduceva integralmente una email ufficiale dell’ANAC. Pure in tale email era presente la dicitura “Autorità Nazionale Anticorruzione”, con tanto di stemma della Repubblica (v. il testo dell’email in formato .pdf). Ci chiediamo e vi chiediamo: se avessimo pubblicato il testo della email in questione in formato .pdf, avremmo forse dovuto cancellare dal documento il logo dell’ANAC e lo stemma della Repubblica italiana in esso presenti in calce perché non eravamo stati autorizzati dall’ANAC a riprodurli?
c) va peraltro rilevato che l’immagine pubblicata non è nemmeno quella ufficiale dell’ANAC (v. per un confronto l’immagine in questione con quella riportata nel sito dell’ANAC), onde non sussiste nemmeno un problema di copyright, trattandosi in ogni caso di immagine pubblica e di pubblico dominio, riprodotta anche da tutti i motori di ricerca. Né risulta che l’ANAC abbia mai fatto richiesta a Google della sua cancellazione, nonostante che i server di Google siano frequentati da molte più persone di quelle che frequentano LexItalia.it; è comunque singolare che l’ANAC si mostri (sia pure dopo 9 mesi) così preoccupata del suo presunto logo (che, peraltro, come già detto, logo ufficiale non è), mentre non altrettanto preoccupata si è dimostrata nei tre anni nei quali, assieme all’AVCP, ha prelevato moltissimi documenti dalla rivista LexItalia.it, per trasporli nel sito inform@anac accessibile solo dai suoi dipendenti tramite intranet; in quel caso il copyright presente in tutti i documenti riprodotti poteva essere calpestato liberamente?
d) la richiesta di cancellazione relativa ad una innocente immagine a corredo di un documento dopo 9 mesi denota un evidente accanimento nei nostri confronti, dovuto forse al fatto che in passato abbiamo evidenziato alcuni fatti non graditi relativi all’ANAC e precisamente:
1) la scoperta dell’esistenza di un sito presente nella intranet dell’ANAC, denominato inform@anac.it, nel quale sono stati riprodotti nel corso di tre anni migliaia di documenti tratti dalla rivista LexItalia.it senza alcuna autorizzazione e spesso senza nemmeno la citazione della rivista da cui le massime, premassime e note erano tratte; questo fatto, ammesso dallo stesso pres. Cantone con una lettera senza neanche una riga di scuse, costituisce ai sensi delle vigenti disposizioni a tutela delle riviste e delle banche dati, furto di dati e comporta anche la violazione del diritto morale di autore;
2) a seguito della pubblicazione di un editoriale che denunciava la sottrazione di ingente materiale a beneficio del sito intranet inform@anac.it, il pres. Cantone ha presentato una querela per diffamazione nei confronti del direttore della Rivista, pur avendo ammesso con una sua lettera l’avvenuta sottrazione del materiale e promesso la sua cancellazione dal sito dell’Anac citato (che tuttavia non è mai stata fatta constatare); in seguito la querela è stata ritirata, anche perché i fatti erano veri; l’Anac comunque, pur avendo ammesso la sottrazione e l’utilizzo del materiale, si è rifiutata di corrispondere un indennizzo sia pur minimo per il protratto utilizzo nel tempo di moltissimi documenti (che avremmo, come preannunciato, devoluto integralmente in beneficenza);
3) pensavamo che tutta la vicenda si fosse conclusa; ed invece con la già citata email del portavoce del presidente dell’ANAC pubblicata circa 9 mesi addietro è stato contestato un titolo relativo alla sentenza del T.A.R. Lazio che aveva annullato un concorso dell’AVCP – ANAC che prevedeva la “promozione” del personale interno a dirigente con un semplice colloquio (piuttosto che mediante due prove scritte ed un orale); a tale email il direttore della rivista rispondeva dimostrando che non era vero che l’ANAC con il concorso in questione non c’entrava nulla, non solo perché da tempo succeduta all’AVCP, ma anche perché, come risultava dalla sentenza del T.A.R., aveva adottato una delibera in forza della quale i dipendenti promossi col solo colloquio erano stati addirittura nominati dirigenti dell’ANAC ed immessi in servizio;
4) evidentemente questa precisazione non è piaciuta agli interna corporis dell’ANAC, tant’è che: a) l’ANAC, dopo qualche giorno, ha diffidato un sito dei segretari comunali che si era limitato a riportare la email del portavoce e la nostra risposta, affermando che quest’ultima era addirittura diffamatoria (quando invece aveva ricostruito la vicenda sulla base dei dati risultanti dalla sentenza del T.A.R. Lazio): v. la seguente pagina: http://www.lexitalia.it/a/2017/87742; il sito dei segretari comunali, probabilmente per la forza intimidatrice dell’ANAC e comunque per il carattere conformista della maggioranza, si è subito adeguato alla diffida; b) dopo un mese il pres. Cantone ha presentato una nuova querela per diffamazione nei confronti del direttore della Rivista (si tratta, a quanto è dato di capire, di una querela proposta per avere ricostruito – sulla base dei dati risultanti dalla sentenze del CdS e del T.A.R. Lazio intervenute in argomento – la vicenda nei suoi esatti termini; e allora perché non si querela pure il CdS ed il T.A.R. Lazio che hanno definito gravemente illegittimo l’operato dell’AVCP-ANAC?);
5) non contenta di ciò, ora l’ANAC, tramite il suo portavoce, dopo nove mesi dalla pubblicazione del documento, asserisce – sulla base di non precisate “segnalazioni” – si sarebbe accorta che sarebbe stato fatto un “improprio utilizzo del logo Anac” e ci invita a cambiarlo.
Nonostante che tale richiesta sia a nostro sommesso avviso tardiva e pretestuosa (dato che, a tacer d’altro, quello pubblicato, come già detto, non costituisce il logo ufficiale ANAC e comunque la pubblicazione della dicitura e della stella della Repubblica è giustificata dal fatto che entrambi erano presenti nella email del portavoce Anac che è stata riprodotta in formato html), non abbiamo alcuna difficoltà ad esaudirla, purchè l’ANAC ci dica con quale immagine corredare il documento.
Infatti in precedenza la pubblicazione dell’immagine del pres. Cantone era stata ritenuta addirittura scorretta (v. la email di 9 mesi addietro) ed ora la pubblicazione della dicitura “Autorità Nazionale Anticorruzione” (che non riproduce il logo ufficiale, quale presente nel sito internet dell’Autorità) non sarebbe possibile senza l’autorizzazione dell’ANAC.
Poiché quindi ci potremmo sbagliare ed incorrere nuovamente nelle ire dell’ANAC, ci dica quest’ultima con quale immagine possiamo corredare sia il passato che il presente documento.
Nelle more di una risposta, dovendo comunque inserire una immagine nel documento internet nel quale abbiamo riportato la nuova email del portavoce, abbiamo scelto provvisoriamente per esso (in attesa di superiori indicazioni) la immagine “neutra” di un vegetale di stagione (e precisamente di un broccolo).
Rimaniamo pertanto in attesa di una risposta dell’ANAC circa la esatta immagine da inserire, sperando che la persecuzione di detta Autorità nei nostri confronti si concluda anche con la remissione della querela presentata nei confronti del direttore della rivista LexItalia.it, che cerca fattivamente di combattere la corruzione pubblicando tutte le sentenze ritenute interessanti (anche quelle scomode, come quella del concorso AVCP-ANAC).
Distinti saluti