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n. 6/201
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In ricordo di mio padre Pietro,
a 10 anni dalla sua scomparsa

Pietro Virga 

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Sono ormai passati dieci anni dalla scomparsa di mio padre Pietro, avvenuta il 14 giugno 2004, ma il suo ricordo è ancora vivo in me e, presumo, in tutti coloro che sono stati vicini a lui quando era ancora in vita.

Desidero ricordarlo ancora una volta ai lettori della rivista, oltre che con la ripubblicazione della fotografia che gli scattai mentre leggeva uno dei tanti quotidiani che consultava ogni giorno, in un modo molto semplice: pubblicando, in formato e-book, che sarà presto liberamente prelevabile nell’apposita sezione della presente rivista, il suo libro intitolato "Il partito nell’ordinamento giuridico", edito in forma cartacea per i tipi della Giuffrè nell’ormai lontano 1948 (quando, cioè, mio padre aveva 28 anni), ma che è ancora attuale, atteso che la previsione costituzionale che prevedeva una disciplina legislativa in materia, è rimasta in gran parte inattuata.

Solo infatti all’inizio del corrente anno (con la legge 21 febbraio 2014, n. 13 - in G.U. n. 47 del 26 febbraio 2014 - che ha convertito in legge, con modificazioni, il decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149) sono state emanate delle blande disposizioni (v. in part. l'art. 5 del d.l. convertito) tese a garantire la trasparenza e la democraticità dei partiti politici.

E’ forse ormai vano chiedersi quanti sprechi di denaro pubblico (quali quelli dei fondi destinati ai gruppi consiliari nelle Regioni) si sarebbero evitati se fosse stata dettata per tempo una disciplina dettagliata in materia di partiti politici. Ma anche se sarebbero stati possibili, con tale disciplina, la nascita e lo sviluppo di veri e propri "partiti-azienda" o di partiti "etero-diretti" da personaggi che nemmeno figurano tra quelli presenti in Parlamento, ma che dettano dall'esterno con il pugno di ferro la linea politica del partito o movimento che dir si voglia.

La lettura del libro di mio padre sulla (possibile perchè prevista, anzi auspicabile) disciplina dei partiti politici, pubblicato allorché la Repubblica era ancora agli albori, può essere utile per capire perchè è avvenuto quello che è ormai sotto gli occhi di tutti.

Forse, nell’immediato dopo guerra, la mancata emanazione di una disciplina in materia di partiti politici, auspicata fin dall'inizio da mio padre, era dettata dal timore di ricadere nei guasti del regime fascista che, dopo l’uccisione di Matteotti, aveva comportato la scomparsa dei partiti ed aveva previsto l'instaurazione di un regime illiberale ed antidemocratico. Ma tale timore, tuttavia, poteva giustificare la mancanza di apposita disciplina solo nei primi lustri della Repubblica.

In realtà, com’è ben noto a molti ormai, la mancanza di disciplina dei partiti politici per oltre 65 anni, è dovuta al fatto che questi ultimi volevano (e vogliono) avere le "mani libere" nella gestione dei cospicui finanziamenti pubblici che - a dispetto dei risultati referendari - sono affluiti, con denominazioni varie, alle casse dei partiti, piccoli o grandi che siano, vere e proprie macchine "mangia-soldi" che, nonostante ciò, come si apprende dalle cronache di questi giorni, pur avendo previsto un periodo transitorio di tre anni per l’eliminazione (rectius: per la "trasformazione") del finanziamento pubblico, si trovano in cattive acque finanziarie (in particolare il PDL, nonostante i generosi contributi di Berlusconi, avrebbe un buco di 30 milioni, mentre il PD, nonostante tutti i contributi elettorali percepiti, avrebbe un buco di oltre 10 milioni: v. l'articolo sul Messaggero dell'11 giugno 2014 intitolato "Bilancio dei partiti, Forza Italia in profondo rosso, il Pd prepara tagli").

Dopo la pubblicazione in formato e-book del libro su "Il partito nell’ordinamento giuridico", spero anche di pubblicare, nello stesso formato, uno dei Suoi migliori libri giovanili, intitolato "Libertà giuridica e diritti fondamentali", che ancor oggi viene citato dai costituzionalisti. Anche delle libertà giuridiche è necessario parlare, dato che  rischiamo di perderle, a causa della crisi attuale.

Ricordare mio padre non con semplici parole di circostanza, ma con le Sue opere - anche se giovanili, ma pur sempre attuali - credo comunque che sia il modo migliore per ravvivare il Suo ricordo.

Un caldo e sincero saluto a tutti i lettori da

Giovanni Virga, 13 giugno 2014.


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