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Messaggio di auguri per il 2005

Come sanno tutti i lettori che hanno seguito fin dall'inizio la rivista internet Giustizia Amministrativa Giust.it, era tradizione di quest'ultima rivista rivolgere un augurio ai lettori alla fine dell’anno, in occasione delle festività del Natale, anche al fine di tracciare un bilancio dell’attività svolta.

Solo l'anno scorso questa consuetudine si è interrotta, a causa delle note vicende che hanno accompagnato la fine delle pubblicazioni ufficiali della rivista Giust.it.

Vorrei proseguire anche quest'anno la consuetudine, attraverso le pagine di LexItalia.it, nonostante il fatto che gli incessanti copiatori delle idee altrui, non contenti di essersi impossessati del lavoro da me svolto in ben sei anni e mezzo di attività .... abbiano già copiato perfino la consuetudine.

Non si può tuttavia sottacere il fatto che l’anno 2004 ha segnato il clamoroso successo della rivista LexItalia.it, non solo testimoniato dalle statistiche interne, ma anche da quelle pubbliche (nell’apposita classifica di Google, la rivista ha un page-rank superiore a quello delle altre riviste del settore; il che dimostra in modo trasparente, in termini di accessi, l’apprezzamento dei lettori nei riguardi della rivista).

Ma il successo più evidente è stato raggiunto in termini di abbonamenti, dato che la rivista LexItalia.it ha finito per costituire per molti, così come si era già verificato con la precedente rivista, uno strumento di lavoro, oltre che di aggiornamento e studio ed è divenuta,  in breve volgere di tempo, la rivista giuridica internet con il più alto numero di abbonamenti attivati.

In appena un anno la rivista LexItalia.it ha quindi superato i traguardi che erano stati raggiunti dalla rivista Giust.it, anche sotto il profilo della qualità dei documenti pubblicati e dei servizi offerti ai lettori.

La rivista LexItalia.it non costituisce infatti la riproduzione o la manipolazione della precedente rivista (operazioni queste che lasciamo fare ai suddetti invidiosi copiatori, con tutte le loro variopinte carovane di portaborse), ma la sua evoluzione, al punto da costituire una rivista giuridica internet di seconda generazione.

Basti pensare al fatto che nel corso dell’anno sono state attivate ben 3 banche dati (di dottrina, legislazione e giurisprudenza), destinate col tempo a sostituire le banche dati su CD Rom (anche per questo motivo, negli ultimi tempi, è stato implementato un server biprocessore); la rivista, inoltre, non si limita a pubblicare le massime delle sentenze, ma le arricchisce con approfondite note di raccordo che consentono di comprendere appieno i principi affermati e, soprattutto, con una serie di documenti correlati immediatamente consultabili tramite un semplice click del mouse.

Per questo motivo la rivista LexItalia.it è stata definita la prima rivista giuridica interattiva, dato che in essa sono presenti delle innovative funzioni che nessun’altra rivista aveva prima offerto.

Anche il forum on line ha continuato a riscuotere successo e, grazie al costante apporto di qualificati moderatori (cito tra tutti i Dott.ri Oliveri e Napoletani, che pubblicamente ringrazio anche a nome dei lettori), si è contraddistinto non solo per la quantità, ma anche per la qualità delle discussioni che si sono in esso sviluppate.

Tutto ciò è stato possibile grazie all'incessante opera della redazione, che ha lavorato anche nei giorni festivi, ma anche grazie all’apporto dei molti lettori, che hanno seguito con sincera partecipazione le tormentate vicende che hanno contraddistinto la fine delle pubblicazioni ufficiali della rivista Giust.it.

Confesso che non riesco ancora a a dimenticare la precedente rivista, che avevo curato nel corso degli anni con tanta dedizione e che consideravo, credo a giusto titolo, una mia creatura. Di essa ormai parlo con una certa riluttanza, non perchè io abbia qualcosa da nascondere o di cui vergognarmi (semmai altri dovrebbero vergognarsi per quanto è stato fatto), ma perchè il ricordo delle vicende che hanno accompagnato la sua scomparsa, provoca in me ancora tristezza e suscita profondi dubbi circa l'esistenza nel nostro paese della giustizia. Qualche collaboratore mi ha consigliato di dimenticare la vicenda e di fare finta che la rivista da me creata non sia mai esistita. Si tratta di un consiglio forse saggio, ma che è difficile da seguire. Oltre sei anni e mezzo di incessante e duro lavoro, infatti, non si possono facilmente dimenticare.

Immaginate di costruire faticosamente, mattone dopo mattone, una casa e di vedere poi che altri soggetti vi scacciano da essa e se ne impossessano completamente.

E’ proprio quanto è avvenuto con la rivista Giust.it, dato che la s.p.a. IPZS, piuttosto che ringraziare lo scrivente  per i benefici economici e di immagine conseguiti, e comunque piuttosto che chiudere onorevolmente la rivista alla fine del rapporto contrattuale per magari attivarne una nuova, nel caso in cui non si fosse arrivati ad un accordo per il rinnovo del rapporto, invece, approfittando dell’agosto, ha dimezzato la rivista sfregiandola con un grosso riquadro giallino e poi, nei primi giorni del mese di settembre 2003, ha addirittura privato lo scrivente ed i suoi collaboratori delle passwords di accesso, così completamente impossessandosi di una rivista che non aveva creato e di cui comunque non era nemmeno piena proprietaria.

L’opera di unilaterale impossessamento dell'intero contenuto della rivista è proseguita anche dopo il trasferimento del dominio presso altro provider, con una pervicacia degna di miglior causa, prima con l’utilizzo della testata e di tutti i documenti di cui essa si componeva (attivando artificiosamente il sottodominio www.ipzs.giustit.it) e poi, addirittura, con la annunciata trasformazione abusiva della testata stessa, di cui sono comproprietario, mediante la sua "ridenominazione". Per effetto di tale surrettizia ridenominazione, tra l'altro, un centinaio di articoli miei e di mio padre Pietro, figurano oramai come pubblicati dalla "nuova" rivista ridenominata, apparendo in cima ad ogni documento che li contiene il logo della "nuova" rivista, nonostante che non sia stato dato mai alcun consenso per la loro riproduzione.

Anche nella c.d. "ridenominazione", la foga copiatrice degli autori dell’operazione si è fatta sentire; piuttosto che trovare un nome nuovo ed originale, la rivista "ridenominata" si è chiamata infatti nello stesso modo in cui essa era stata da me denominata originariamente (la rivista Internet Giustizia Amministrativa, infatti, prima della attivazione del dominio Giust.it, si chiamava Giustizia Amministrativa - Giustamm ed era accessibile all’indirizzo http://www.infcom.it/giustamm).

Insomma, attraverso l’operazione iniziata nell’agosto 2003 non ci si è limitati ad utilizzare, senza chiedere il permesso a colui che vanta, in base ai contratti sottoscritti, un diritto di autore ed è comproprietario della testata, tutto il contenuto di ben 6 anni e mezzo di attività nonchè l’impostazione grafica e sistematica della rivista, ma si è trasformata la testata, copiando perfino il nome originario della rivista. Non si sono accorti peraltro, nella foga di copiare, che l’operazione risultava  ridicola, dato che alla luce degli eventi - il c.d. nuovo nome - giustamm - ricorderà per sempre a tutti, sotto il profilo onomatopeico, il significato ultimo dell’operazione, che è stato quello di fare un sol boccone della rivista Giust.it, da me creata.

Alla fine dell’ultimo editoriale del 30 giugno 2003 avevo scritto che l’unico problema della rivista Giust.it è "stato quello di avere avuto troppo successo per non dare fastidio a qualcuno e per non fare gola ad altri". I successivi eventi, purtroppo, mi hanno dato ragione. Certo è che non sembrano messi molto bene i soggetti in questione, pur con tutti i loro networks, se sono costretti ad utilizzare questi metodi per aprire una rivista.

Con l'operazione di agosto si pensava anche di avere acquisito tutti i lettori e gli abbonati, ma, come dimostrato dal successo di LexItalia.it, non si è considerato che questi ultimi non sono dei documenti o dei loghi di cui ci si può unilateralmente impossessare.

Preferisco poi stendere un pietoso velo sulla rivista bimestrale su carta "Giustizia amministrativa", pure da me fondata e diretta, che con me aveva superato i 1500 abbonamenti (una rivista che fino ai primi giorni del corrente mese di dicembre ha pubblicato un solo numero per l'anno 2004, infatti, non sembra una rivista di cui valga la pena più parlare).

Il dispiacere nel vedere così finire tanto lavoro e tanti sacrifici, è stato tuttavia compensato dalle soddisfazioni avute dalla direzione della rivista LexItalia.it; quest'ultima, anche grazie all’apporto della casa editrice Giuriconsult s.r.l., come già detto, ha riscosso un immediato e chiaro successo (ad essa si sono perfino abbonati i direttori di altre riviste concorrenti), presentandosi come una rivista seria e rispettosa dei lettori che sottoscrivono un abbonamento.

Il prezzo di abbonamento per il 2005 non è variato rispetto a quello del 2004; anzi, per gli abbonamenti multipli è stata prevista una riduzione.

A tutti i lettori che hanno seguito durante questo anno la rivista e che l’hanno sostenuta con i loro abbonamenti e con i loro preziosi contributi, rivolgo un sentito ringraziamento ed un sincero augurio per le prossime festività.

Giovanni Virga

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