LexItalia.it

         
n. 3/2014

In ricordo di Antonio Romano Tassone

horizontal rule

Da qualche settimana ormai il Prof. Antonio Romano Tassone non è più tra noi, ma il dolore per la Sua scomparsa non si è ancora sopito, nè penso che si sopirà mai, almeno per me.

E’ stato proprio il dolore per tale notizia che mi aveva impedito di redigere nell’immediato un breve ricordo di carattere personale.

La notizia della Sua scomparsa, in realtà, non mi avrebbe dovuto cogliere impreparato, dato che avevo saputo oltre un anno addietro dal Prof. Nazareno Saitta che aveva subito una complicata operazione; tuttavia alla notizia della scomparsa delle persone care non si è mai del tutto preparati ed il sapere che, dopo l’operazione, continuava a frequentare il Suo studio nonché qualche convegno, mi aveva dato ancora speranza.

Ricordo quando lo incontrai per la prima volta oltre trent’anni addietro al T.A.R. Sicilia - Palermo, che allora aveva sede in Via Dante, con lo stesso tratto affabile e curioso che ha avuto poi sempre con me e con tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Per Lui posso ripetere quello che ho già scritto tempo addietro a proposito di Enzo Silvestri, che non a caso, assieme a Nazareno Saitta, è stato Suo maestro: aveva il dono di fare apparire semplice quello che in realtà è complicato. Un dono questo che solo i profondi ed appassionati conoscitori della materia posseggono.

Il Suo lavoro fondamentale sulla motivazione del provvedimento amministrativo, assieme ai tanti brillanti lavori che ha scritto, spesso anticipatori (penso, ad esempio, al Suo contributo sull’atto amministrativo "irregolare"), rimarrà per tutti gli studiosi a lungo un pietra miliare.

Ricordo ancora quando, in una cena dopo uno dei tanti convegni di Copanello da Lui organizzati, cantava spensierato assieme agli altri, come uno studente in libera uscita.

E’ con questo ricordo scanzonato, assieme a quello del primo incontro presso il T.A.R. Palermo, che conserverò con me una personale immagine di Antonio, ben lontana dai paludati luoghi dell’accademia tradizionale.

Perché in fondo, prima ancora che giuristi, noi tutti siamo persone e spesso, nonostante la nostra non più verde età, rimaniamo dei ragazzi.

Giovanni Virga, 17 marzo 2014.

Stampa il documento Clicca qui per segnalare la pagina ad un amico