Petizione al Governo ed al Parlamento
italiano
contro la annunciata soppressione delle sedi staccate dei
Tribunali amministrativi regionali
In considerazione delle gravi conseguenze per il sistema di Giustizia amministrativa che comporterebbe la soppressione delle sedi staccate dei Tribunali amministrativi regionali, abbiamo redatto qui di seguito una petizione da inviare sia al Governo che ai vari gruppi politici presenti in Parlamento per invitarli a non approvare la preannunciata misura. Invitiamo tutti i lettori (ivi compresi i magistrati del Consiglio di Stato e dei TT.AA.RR. che leggono quotidianamente la rivista), nonché le associazioni di categoria a sottoscrivere tale petizione, che ci impegniamo a trasmettere al Presidente del Consiglio, al Ministro della Giustizia nonché ai Presidenti di Camera e Senato, affinché la inoltrino a tutti i Capigruppo.
Per sottoscrivere la petizione, è sufficiente inviare una email a redazione@lexitalia.it, indicando nell’oggetto "Petizione contro l’abolizione delle sedi staccate dei TTAARR", dichiarando di aderire ad essa ed indicando oltre che il nome e cognome, la funzione od il titolo professionale rivestiti nonché la sede, l’ufficio od il foro presso il quale si esercitano le funzioni. Occorre altresì, con la stessa email, autorizzare il trattamento dei dati personali, che ad ogni buon conto non saranno resi pubblici all'infuori delle sedi istituzionali alle quali la petizione è diretta.
E’ la prima volta che, in 18 anni di attività, prendiamo questa iniziativa. Ma non riteniamo di poter rimanere silenti di fronte al graduale smantellamento della giustizia amministrativa, così faticosamente costruito nel corso di oltre 120 anni. Anche perchè (speriamo di sbagliarci) siamo convinti che questo non sia che l’inizio, dato che nei mesi passati si è parlato insistentemente dell'abolizione dei giudici amministrativi, visti come un fattore di intralcio e di ritardo. Per adesso tale abolizione non è possibile, in assenza di modifiche della Costituzione. Si inizia quindi con la soppressione delle sedi staccate, possibile con legge ordinaria (ma operata con un decreto legge che, in parte qua, non sembra nemmeno possedere i necessari requisiti della necessità ed urgenza). E' certo comunque che il potenziamento del sistema della giustizia, auspicato a parole da tutte le forze politiche e reso indispensabile dalla lentezza dei processi, non si realizza con il suo graduale smantellamento.
Non è superfluo notare che la istituzione di sedi staccate (peraltro operata solo nelle regioni più popolose) è stata prevista dai nostri Padri costituenti ed è stata attuata dal legislatore ordinario da molto tempo non già per sponsorizzare esigenze localistiche, ma per rendere più accessibile e meno costoso a tutti i cittadini l'accesso alla giustizia e per consentire un più diffuso controllo sull'operato della P.A. e sui suoi possibili abusi. In un momento in cui tanto si parla tanto di lotta alla corruzione nei pubblici apparati, al punto di creare un'apposita Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.AC.), sembra a dir poco contraddittorio rendere più difficile e costoso l'accesso alla giustizia.
TESTO DELLA PETIZIONE
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Matteo Renzi
ROMA
Al Ministro della Giustizia
Andrea Orlando
ROMA
Al Presidente del Senato
Pietro Grasso (affinché la inoltri a tutti i Capigruppo)
ROMA
Al Presidente della Camera dei Deputati
Laura Boldrini (affinché la inoltri a tutti i Capigruppo)
ROMA
Oggetto: petizione al Governo ed al Parlamento italiano contro la soppressione delle sedi staccate dei Tribunali amministrativi regionali.
I sottoscritti firmatari,
premesso
- che nel corso della conferenza stampa del Presidente del Consiglio del 13 giugno 2014 è stato annunciato che, nell’emanando decreto legge recante "misure urgenti per la semplificazione e per la crescita del Paese", sarà prevista l’abolizione (con effetto dal 1° ottobre del 2014) delle sezioni staccate dei Tribunali amministrativi regionali; in particolare, nel comunicato pubblicato nel sito ufficiale del Governo, a seguito del Consiglio dei Ministri del 13 giugno 2014, si legge che: "Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, ha approvato misure urgenti per la semplificazione e per la crescita del Paese. Tra queste, le seguenti misure ..... A decorrere dal 1° ottobre 2014 sono soppresse le sezioni staccate di tribunale amministrativo regionale";
- che, dopo la predetta conferenza stampa, è stato pubblicato, nella G.U. n. 144 del 24 giugno 2014, il decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante "Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari", il quale prevede (all'art. 18, 1° comma) quanto segue: "A decorrere dal 1° ottobre 2014 sono soppresse le sezioni staccate di tribunale amministrativo regionale, ad eccezione della sezione autonoma per la Provincia di Bolzano. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa, da adottare entro il 15 settembre 2014, sono stabilite le modalità per il trasferimento del contenzioso pendente presso le sezioni soppresse, nonché delle risorse umane e finanziarie, al tribunale amministrativo della relativa regione. Dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, i ricorsi sono depositati presso la sede centrale del tribunale amministrativo regionale";
ritenuto
- che innanzitutto la disposta abolizione è di dubbia costituzionalità; dispone infatti l’art. 125 Cost. che: "Nella Regione sono istituiti organi di giustizia amministrativa di primo grado, secondo l'ordinamento stabilito da legge della Repubblica. Possono istituirsi sezioni con sede diversa dal capoluogo della Regione". La nostra Carta costituzionale prevede quindi non solo degli Organi di giustizia amministrativa di primo grado strutturati su base regionale, ma anche "sezioni con sede diversa dal capoluogo della Regione"; onde la soppressione di sedi staccate istituite ormai da molto tempo sembra contrastare con tale disposizione, prevista in Costituzione ed attuata dal Legislatore (solo per le Regioni più popolose) per rendere più accessibile e meno costoso a tutti i cittadini l'accesso alla giustizia e per consentire un più diffuso controllo sull'operato della P.A. e sui suoi possibili abusi.
Vero è che la Costituzione prevede la istituzione di sedi staccate come una facoltà e non già come un obbligo, ma nel caso in cui tale facoltà, come nella specie, sia già stata esercitata da molto tempo, il legislatore, nel sopprimere in via generalizzata tutte le esistenti sezioni staccate (senza peraltro una valutazione caso per caso), deve indicare - pena un insanabile vizio di irragionevolezza - le ragioni per le quali ha abolito tali sezioni, disattendendo la previsione costituzionale; nè varrebbe addurre a tal fine generiche esigenze di riduzione della spesa, dato che (come si dirà meglio in seguito) la prevista abolizione non comporterà alcuna apprezzabile diminuzione della spesa pubblica, mentre comporterà un indubbio aggravio di spesa per i cittadini che chiedono giustizia;
ritenuto altresì
- che la prevista soppressione si pone inoltre in rapporto di evidente contraddizione con numerose altre norme della Costituzione che tendono a promuovere il più ampio decentramento delle funzioni (anche giurisdizionali), nonché la tutela dei diritti ed interessi legittimi, mediante un giusto processo;
- che non sembrano sussistere nella specie i presupposti di necessità ed urgenza che giustificano l'inserimento della disposizione in parola in un decreto-legge riguardante peraltro la Pubblica amministrazione e non già il sistema della giustizia, onde il decreto-legge in questione, sotto quest'ultimo profilo, non possiede neanche i requisiti della necessaria omogeneità predicati dal Giudice delle leggi;
- che la soppressione delle sedi staccate non sembra nemmeno opportuna, dato che essa comporterà, inevitabilmente, un rallentamento del funzionamento degli uffici interessati, che dovranno riorganizzarsi in un brevissimo lasso di tempo, nonché un aumento dei costi per gli utenti della giustizia;
- che inoltre la prevista soppressione non comporterà alcun risparmio di spesa, ma anzi probabilmente un danno all'erario pubblico, atteso che, da un lato, il personale rimarrà lo stesso e che, dall’altro, eventuali risparmi derivanti dalla disdetta delle locazioni dei locali delle sedi staccate (alcune delle quali, peraltro, sono state acquistate e che rimarranno pertanto inutilizzate) saranno praticamente annullati dalla necessità di reperire nuovi locali presso i capoluoghi regionali (i cui canoni di locazione sono solitamente più elevati), per far spazio alle cancellerie unificate ed ai magistrati confluiti dalle sezioni staccate;
- che la soppressione delle sedi staccate, prevista in tempi estremamente ravvicinati e che sarà disciplinata con un D.P.C.M. da emanare appena 15 giorni prima dalla data della soppressione, finirà per comportare inevitabilmente una situazione di caos che ricadrà su tutti gli utenti della giustizia amministrativa e l’allungamento dei tempi dei processi;
- che in ogni caso la disposta soppressione avrebbe dovuto essere preceduta da un apposito studio, al fine di valutare le singole situazioni delle esistenti sedi staccate e il rapporto costi-benefici che deriverebbero dalla misura nei singoli casi.
Tutto ciò premesso e ritenuto, i seguenti firmatari
INVITANO
il Governo, in persona del Suo Presidente del Consiglio e del Ministro della Giustizia, nonché tutti i gruppi politici presenti in Parlamento a stralciare in sede di conversione l'art. 18 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, che prevede l’abolizione delle sedi staccate dei Tribunali Amministrativi Regionali, il quale finirebbe per pregiudicare gravemente un sistema di giustizia amministrativa creato in oltre 120 anni di storia e regolato (anche per ciò che concerne la previsione di sedi staccate degli Organi di giustizia amministrativa di primo grado) dall'attuale Costituzione.
15-25 giugno 2014.