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LUIGI OLIVERI

Testo unico degli espropri: la "sindrome di Aristofane"

Per la disciplina degli espropri finalmente un testo unico. Anzi, 3 (A, B e C). Anzi, 6. Il Governo "raddoppia" e offre ad interpreti ed operatori ben tre (una per testo) "errata corrige" a quello che, ormai, definire testo unico è davvero quasi un paradosso.

E' ben vero che la tecnica di redazione dei testi unici è prevista dalla legge 50/1999 in modo tale che si distinguano le norme regolamentari da quelle legislative, in modo che non cambi la natura primaria o secondaria delle norme raccolte nel testo.

E' anche vero che in tempi passati i testi unici finivano per coincidere con dei codici: avevano sempre natura novativa del diritto e riportavano nella rubrica degli articoli i riferimenti alle norme precedenti, per dare modo ad operatori ed interpreti di risalire alla fonte "novata".

Forse si tratta di una tecnica antiquata. Tuttavia non si può negare che le tre correzioni ai tre decreti, apparse nella Gazzetta Ufficiale del 14 settembre diano veramente la sensazione del commercio in decreti, deprecato da Aristofane nelle sue commedie.

Oltre tutto, molte delle correzioni apportate sono di natura assolutamente formale. Per carità, è giusto definire il Consiglio comunale con la "C" maiuscola e non con la minuscola.

Ma, allora, visto che si è di fronte al fenomeno del drafting continuato anche dopo la pubblicazione delle norme sulla Gazzetta Ufficiale, perché non si è provveduto ad effettuare la correzione che sembrava la più importante?

Tra una lettera minuscola trasformata in maiuscola e qualche virgola qua e là, infatti, è rimasto in piedi il comma 3 dell'articolo 11, che continua a vagheggiare della possibilità che il vincolo preordinato all'esproprio sorga dall'inserimento dell'opera pubblica nel programma dei lavori. Ma detta norma aveva un senso nella versione originale del testo, redatta dal Consiglio di stato, che all'articolo 9, comma 2, consentiva appunto di rinviare l'insorgenza del vincolo all'inserimento dell'opera nel programma, successivamente, quindi, all'entrata in vigore del piano urbanistico generale. Detto comma, però, è stato eliminato nel Dpr 327/2001. Ma, allora, il comma 3 dell'articolo 11, cosa ci sta a fare?

Aspetteremo la settima, ottava e nona "lettura correttiva" del decreto, pareggiando, così, la prestigiosa produzione sinfonica di Beethoven? O prenderemo atto della sostanziale impossibilità di applicarlo?

Intanto, il comma 3 c'è. E, nel commercio in decreti, la norma più "pesa" e più vale…

Inoltre, sempre l'articolo 9, comma 3, del Dpr 327/2001 è il primo esempio in assoluto di norma vigente che rinvia alla disciplina di una norma ancora inesistente. Dispone, infatti, il comma citato che "se non è tempestivamente dichiarata la pubblica utilità dell'opera, il vincolo preordinato all'esproprio decade e trova applicazione la disciplina dettata dall'articolo 9 del testo unico in materia edilizia", da leggere con l'aggiunta, prevista dall'errata corrige, che detto testo unico è "approvato dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 24 maggio 2001".

Certo, si dirà, il Dpr 327/2001 entra in vigore solo il primo gennaio 2002, quando già sarà stato pubblicato anche il testo unico dell'edilizia, che entrerà a sua volta in vigore l'1.1.2002. Forse. E' noto che vi sono fortissime resistenze, sia tra associazioni di categoria, sia tra le istituzioni, rispetto a detto testo, che costringerebbe molte regioni a stravolgere la propria legislazione. E ciò, in attesa di un referendum confermativo della riforma al titolo V della seconda parte della Costituzione che rafforza la potestà legislativa delle regioni medesime.

Restiamo in attesa e, nel frattempo, facciamo posto nei nostri scaffali alle ulteriori versioni correttive delle correzioni dei tre testi che compongono il testo…

Documenti correlati:

D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327 (in G.U. n. 189 del 16 agosto 2001 - Suppl. Ord. n. 211) - Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità (testo A).

 Parere del Consiglio di Stato, Ad. Gen., 29 marzo 2001 n. 4.

P. VIRGA, Luci ed ombre nel nuovo testo unico sulle espropriazioni*.

L. OLIVERI, Hanno ancora un senso le "clausole di rafforzamento" delle leggi ordinarie?


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