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Articoli e note

n. 4/2004

ROBERTO NAPOLETANI

Il futuro dei segretari comunali

Sono state scritte milioni di parole in argomento e questo scritto non vorrebbe essere l’ennesima ripetizione di argomenti triti e ritriti.

Come è sempre stata mia abitudine, vado subito al sodo: se si va avanti su questa strada, i segretari comunali saranno presto alle corde più di quello che oggi sono.

Non solo i segretari, ma credo che proprio il sistema delle autonomie e degli enti locali in particolare, abbia bisogno di respirare aria nuova.

Da più parti si lamenta il ruolo asfittico al quale sono stati relegati i consigli comunali, non tanto per le loro competenze, comunque degne di nota, quanto per la capacità di incidere veramente in quegli argomenti in cui hanno, comunque, competenza esclusiva, ricavandone degli indirizzi frutto di un vero e proprio dibattito democratico tra le forze politiche rappresentanti dei cittadini.

Questo ruolo importante del consiglio comunale è stato sicuramente scalfito dal nuovo sistema di elezione diretta del sindaco che ha forse dato maggiore stabilità ai governi locali, ma non ha sicuramente fatto guadagnare in maggiore rappresentatività e democrazia negli enti locali.

Chi afferma il contrario o non conosce le realtà locali oppure ha interessi particolari da difendere.

A dieci anni dalla riforma elettorale di comuni e province, sembrano quasi unanimi gli interventi a favore del nuovo sistema di elezione che ha, sicuramente, determinato un profondo cambiamento nel sistema politico, non solo locale. Alcuni, però, riconoscono che stabilità e governabilità sono migliorate a discapito della rappresentanza e anche dell’autorevolezza dei Consigli [1].

Altro importante vulnus al sistema di garanzie democratiche negli enti locali è stata l’abolizione dei controlli preventivi di legittimità.

Oggi chi (cittadino o consigliere comunale) vuole chiedere conto al Comune di un atto presumibilmente illegittimo e tutelare eventualmente i suoi diritti deve per forza rivolgersi alla magistratura, con costi individuali e sociali non indifferenti. Tanto che qualche studioso del diritto amministrativo ha parlato di sudamericanizzazione della pubblica amministrazione.

Infine, un’ulteriore e grave diminuzione di credibilità e di imparzialità per la pubblica amministrazione è stata impressa dall’instaurazione dello spoils system che ha dato possibilità ai sindaci di nominare con incarico di natura fiduciaria (basandosi solo sull’intuitu personae) i dirigenti comunali a cominciare dal massimo dirigente, il segretario comunale, “rendendoli precari e arrogandosi un potere di scelta e di dismissione” [2].

Proprio quei segretari comunali che, storicamente e per formazione e cultura, sono stati sempre i garanti della legalità, trasparenza ed imparzialità della pubblica amministrazione. Ora come si faccia a rimanere imparziali, in una situazione simile, mi pare cosa di difficile comprensione se è vero che anche in altri ruoli, certamente più importanti del nostro (mi riferisco alla magistratura), si fa un’ immensa fatica a garantire questa imparzialità. Occorre, dunque, pensare a qualche cosa che possa conciliare tutte le esigenze che pure sono in gioco: da una parte la necessità di dare senso all’autonomia degli enti lasciando che la nomina dei dirigenti e funzionari sia fatta a livello locale, dall’altra la necessità di garantire l’imparzialità dell’azione amministrativa secondo principi costituzionali non ancora, e si spera mai, desueti.

Non so se è ancora insediato il comitato tecnico scientifico per l’esercizio della delega di adeguamento del TUEL al nuovo titolo V della Costituzione ed a che punto siano i lavori, ma questa potrebbe essere l’occasione propizia per introdurre alcuni correttivi opportuni, quanto ormai necessari ed improrogabili.

Una modifica, sulla cui fattibilità non ho dubbi, non fosse altro perché tale soluzione era già in atto e funzionante prima dell’avvento del fascismo e della cosiddetta statalizzazione dei segretari comunali, potrebbe essere operata sul soggetto competente a nominare il segretario comunale.

Parlo ovviamente del solo segretario comunale, perché per i dirigenti, che hanno compiti di gestione, è ben altra questione, anche se, occorre sottolineare, che l’art. 98 della Costituzione è sempre in vigore.

La proposta potrebbe essere questa: fermo restando tutta la normativa in vigore relativa all’Agenzia dei segretari, all’albo, alle fasce ecc. ecc. per la quale dovranno essere apportati successivamente i correttivi necessari, si ritorni alla nomina del segretario da parte del Consiglio comunale, magari con una maggioranza qualificata dei due terzi come per lo statuto.

Questo sistema era già in atto nel sistema delle autonomie del regno sabaudo e poi riportato nel nuovo regno d’Italia. I segretari erano eletti dal Consiglio comunale, scelti tra candidati che avevano conseguito la patente di segretario comunale.

Mi si potrebbe obiettare che le logiche spartitorie all’interno del consiglio porterebbero delle conseguenze inimmaginabili, ma allora i revisori del conto che hanno importanti funzioni di garanzia e controllo, non sono eletti anch’essi dal Consiglio ?

A quanti, anche tra i segretari dicono che questo sistema non funzionerebbe, vorrei dire che sicuramente sarebbe migliore dell’attuale sistema di nomina, procedimento assolutamente immotivato, ad libitum di una sola persona e senza alcuna trasparenza o evidenza pubblica.

Quali potrebbero essere i vantaggi di tale sistema?

Anzitutto, il segretario comunale sarebbe davvero il segretario del Comune, poiché il Consiglio, malgrado l’elezione diretta del Sindaco è ancora il massimo organo rappresentativo dei cittadini, sia di quelli che hanno votato per la maggioranza, sia di quelli che hanno votato per la minoranza. In tale veste, dovendo rispondere al Consiglio, ne garantirebbe meglio la democraticità di funzionamento e la rispondenza all’ordinamento giuridico di tutte le decisioni (in questa ipotesi si potrebbe ritornare anche all’espressione del parere di legittimità per le sole delibere consiliari) e sarebbe un sicuro punto di riferimento anche per tutti i cittadini, appunto in qualità di funzionario al servizio dell’organo rappresentativo di tutta la popolazione del Comune o della Provincia.

A questo punto dovrebbero uscire allo scoperto quanti insistono nel proporre al segretario comunale una funzione obbligatoria di garanzia della legalità dell’azione amministrativa dell’ente lasciando un rapporto fiduciario esclusivo con il Sindaco, il quale se è vero che è eletto direttamente dai cittadini, non dovrebbe dimenticare di rappresentare tutta la cittadinanza.

Sono sicuro che con questa piccola, ma nello stesso tempo sostanziale modifica, si vada nell’interesse non solo della democrazia, ma anche degli enti e dei sindaci che avrebbero un sicuro punto di riferimento in funzionari più autonomi.


 

[1] “La sovranità popolare non può ridursi a votare una tantum il capo dell’esecutivo senza che contemporaneamente siano stati meglio disciplinati i poteri di indirizzo politico e di controllo nelle istituzioni rappresentative, quali sono e restano le assemblee. Tale squilibrio è particolarmente accentuato nei Comuni …..” N. Mancino in Amministrazione civile, luglio 2003, p.50.

[2] S. Cassese, Corriere della sera di lunedì 1 settembre 2003.


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